Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sull’azienda di raccolta di rifiuti della città. A confermarlo è lo stesso primo cittadino del Movimento Cinque Stelle: “Come già avevo previsto in questi giorni – ha scritto su facebook – stamattina ho ricevuto un avviso di garanzia legato alla richiesta di concordato per l’Aamps di Livorno del tutto identico a quello dell’assessore Lemmetti”. Al centro di tutto c’è Aamps, vero nodo politico dell’amministrazione M5s: il caos sulla partecipata aveva portato a uno sciopero dei netturbini, ma anche a una spaccatura all’interno della maggioranza politica a sostegno di Nogarin (con l’espulsione di tre consiglieri ora passati all’opposizione). L’Aamps è ora ammessa al concordato preventivo in continuità come richiesto dal sindaco.
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Gianni Lemmetti, assessore al Bilancio della giunta Cinquestelle e braccio destro del sindaco, aveva ricevuto la comunicazione della Procura nelle scorse settimane. Secondo quanto era stato ricostruito, nel caso dell’assessore erano contestate tre ipotesi di reato: il falso in bilancio, la bancarottae l’abuso d’ufficio. Tre gli atti contestati. Il primo: il via libera dato al bilancio 2014, preparato dalla dirigenza aziendale nominata dalle giunte di centrosinistra, ma approvato dalla giunta e dalla maggioranza M5s contro il parere del collegio dei sindaci revisori. Il secondo: l’assunzione di 33 precari di Aamps, avvenuta il 25 gennaio dopo un confronto con sindacati e lavoratori. Il terzo: l’azzeramento del consiglio di amministrazione deciso all’inizio del 2016 perché quello precedente (nominato dallo stesso Nogarin) era contrario alla scelta del concordato preventivo in continuità, percorso invece scelto dal sindaco per risanare l’azienda.
Una decina di indagati, contestati fatti dal 2012 al 2016
L’avviso di garanzia arrivato a Nogarin è l’ultimo di una lunga serie, che nelle scorse settimane hanno raggiunto anche l’ex sindaco Pd Alessandro Cosimi, alcuni suoi assessori e amministratori dell’Aamps che si sono succeduti nel tempo. I reati contestati dai pm di Livorno nei confronti di una decina di indagati abbracciano un arco temporale che va dal 2012 al 2016: vanno dalla malversazione ai danni dello Stato (nel 2013 per l’utilizzo ritenuto indebito di finanziamenti rilasciati dalla Regione a Aamps, un milione di euro) all’abuso di ufficio connesso a false fatturazioni (1,6 milioni emesse da Aamps al Comune e pagate dal Comune stesso nel 2012). Poi le ipotesi di falso in bilancio per gli esercizi 2012, 2013 e 2014, approvato a fine 2015, (gli ultimi due bilanci approvati dal Comune nonostante il parere negativo dei sindaci revisori) tutti per importi di svariati milioni di euro. In questo caso le alterazioni in bilancio riguardano essenzialmente la contabilizzazione di crediti inesigibili. Inoltre si contesta labancarotta fraudolenta societaria (nell’arco temporale 2012-2014) e la bancarotta e l’abuso di ufficio anche per l’assunzione dei 33 precari (inizio 2016). Infine si contesta l’abuso di ufficio per la revoca del cda a inizio 2016. Un filone dell’inchiesta  verifica invece la sussistenza del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, che riguarda un accordo transattivo tra Aamps e un’azienda per un credito di 400mila per la tariffa sui rifiuti a fronte del quale l’azienda ha incassato 126mila euro.
Il sindaco: “Ho agito per il bene dei livornesi”
Nogarin dice di non conoscere “quale sia la contestazione specifica che la procura muove”, ma ribadisce di essere “fermamente certo di aver sempre agito per il bene dell’azienda e dei livornesi, provando a salvare una situazione disastrosa lasciataci in eredità dal Pd, ma sin d’ora posso ribadire che nel Movimento 5 Stelle non si aspetta certo una sentenza per dimettersi, perché noi non siamo legati ad alcuna poltrona. Se già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principidel Movimento 5 Stelle sono pronto a dimettermi“. Ci sono indagini, aggiunge, “tra l’altro promosse da noi stessi, visto che siamo stati noi a portare i libri in tribunale chiedendo ai magistrati di passarle ai raggi X”. Nogarin spera “di poter accedere agli atti il prima possibile per capire la condotta che ci viene contestata. Abbiamo bisogno di capire se si tratti di un atto dovuto o meno, visto che sul caso Aamps riteniamo di aver sempre e solo agito nell’interesse dei cittadini di Livorno, per riparare alle malefatte del Pd. Un fronte in cui, tra l’altro, parrebbe cominciare a vedersi un po’ di luce dopo anni e anni di buio pesto: il piano, ancora in corso di redazione, salvaguarderebbe i livelli occupazionali e soddisferebbe per buona parte i creditori”.
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Il Pd: “Ora il M5s in piazza anche a Livorno?”
Il caso giudiziario che coinvolge il sindaco Cinquestelle spinge il Pd a replicare a Luigi Di Maio che proprio oggi era a Lodi per la vicenda del sindaco democratico Simone Uggetti, arrestato nei giorni scorsi. “Noi siamo garantisti twitta Silvia Velo, parlamentare toscana e sottosegretaria all’Ambiente – ma dopo la manifestazione a Lodi pensi di fermarti anche a Livorno?”. Stefano Esposito, senatore renziano, aggiunge: “Noi siamo sempre garantisti e lo saremo anche nei confronti di Nogarin. Questo avviso di garanzia dimostra che il post di Grillo di stamattina è sbagliato. Non si strumentalizzano le inchieste, caro Grillo. Ora il M5s scenderà in piazza anche a Livorno?”.
Per Andrea Romano, deputato livornese, “il Partito democratico, a differenza dei Cinque Stelle, non fa sciacallaggio: crede nello stato di diritto e nella responsabilità personale e lavora in Parlamento e nelle migliaia di amministrazioni che guida per rafforzare l’onestà vera con buone leggi. La vicenda Nogarin è l’ennesima prova della doppia morale dei Cinque Stelle: danno lezioni a tutti ma non riescono a guardare in casa propria. Nogarin ne parli con Grillo, Di Maio e tutti coloro che nel suo partito usano a sproposito i valori dell’onestà”.