domenica 24 aprile 2016

Come qualcuno possa ri-pubblicare sciocchezze simili é per me sempre incredibile. Ma prima di ripubblicare unanotizia così palesemente falsa non potete guardare meglio le fonti primarie?


BUFALA Silvia Deaglio, la figlia dell’ex ministra Fornero in pensione a soli 39anni

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Il 31 agosto 2015 il sito “Corriere della Pera” pubblica l’articolo dal titolo “Silvia Deaglio, la figlia dell’ex ministra Fornero in pensione a soli 39anni“. Ecco il testo:
Una carriera accademica perfetta e un profilo prestigioso quello della figlia del ministro. Nata nel 1974, Silvia Deaglio, a soli 24 anni è già laureata in medicina, dunque con ben quattro anni d’anticipo rispetto alla categoria degli sfigati elaborata dal sottosegretario Michel Martone. (La) Deaglio si è specializzata in oncologia nel 2002 e ottiene un dottorato in genetica umana nel 2006. Nel 2005, appena conseguito il Master e mentre svolge un dottorato in Italia, la giovane professoressa, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il celebre college di Boston. Poi diventa responsabile della ricerca alla Hugef, una fondazione che si occupa di genetica. Alcune sue ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era vicepresidente.
Silvia Deaglio è tornata oggi all’attenzione dei media dopo la notizia su un suo pre-pensionamento: la Deaglio sarebbe in pensione dal 2013, e cioè alla giovanissima età di 39 anni. La notizia ovviamente non è stata presa molto bene dagli esodati e da tutte le vittime della controversa riforma della mamma.
Interrogata dai giornalisti la Deaglio ha risposto: “Il mio curriculum parla chiaro. E l’INPS anche”.
Si tratta di un classico “copia+incolla+modifica” di un articolo del vero Corriere della Sera dell’8 febbraio 2012 dal titolo “Silvia Deaglio: «Per me parla il curriculum»“. Nessun riscontro in merito al pre-pensionamento.
Stiamo parlando del sito parodia “Corriere della Pera” di cui avevamo parlato in merito ad un articolo copia incollato da Catenaumana.
Riportiamo di seguito il testo contenuto nella sezione “About” del sito Corrieredellapera.com:
In conclusione: siamo noi i più bugiardi della rete, E ne andiamo fieri.
Ovviamente il nostro intento è quello di non offendere nessuno, nè generare confusione con la vera informazione sul web, anche perchè la vera informazione non esiste, dato che ogni giornale pubblica più bufale che notizie vere.
Intanto l’articolo sulla figlia della Fornero ha superato le 27 mila condivisioni.

Te lo dico con affetto Piercamillo: "Continenza, amico mio, continenza"

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Conosco e stimo Piercamillo Davigo da oltre trent'anni. Ne ho apprezzato in più occasioni le sue notevoli qualità di uomo e di magistrato. Tra le tante, il senso del dovere e l'intelligente e lapidaria capacità dialettica.
Ne avevo anche apprezzato la coraggiosa rottura, dopo anni di militanza, con la corrente di Magistratura Indipendente, notoriamente guidata dal Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri (sic!) e la creazione di una nuova non a caso battezzata Autonomia e Indipendenza.
Mi era apparsa meno chiara la scelta successiva: quella di accettare l'elezione per acclamazione, e quindi anche con i voti della sua ex corrente, alla Presidenza dell' ANM. Per un solo anno, però, per poi lasciare il posto ai rappresentanti delle altre correnti, uno per ciascuna nei rimanenti tre anni. Se fosse avvenuto in politica, sarebbe stato evocato l'immortale manuale Cencelli.
L'esordio nella nuova, delicata funzione, si è materializzato in un'intervista ad Aldo Cazzullo tutta incentrata su un indiscriminato attacco al ceto politico. Non che le cose che ha detto, specie dopo il ridimensionamento serale, non siano condivisibili dalla maggioranza dei cittadini. Solo che Piercamillo, sia pure solo per un anno, non lo è, perché chiamato a rappresentare l' intera magistratura italiana.
Non entro nel merito, ma dopo aver letto il Davigo pensiero, ho pensato al principio di leale collaborazione tra le istituzioni voluto dai nostri Costituenti emi sono subito chiesto due cose.
La prima: cui prodest. A chi giova, insomma, la perpetuazione dello scontro che da troppi anni contrappone la magistratura al mondo politico? Non credo proprio ai giudici. Della serie se la poteva risparmiare. 
La seconda si riferisce alla recente vicenda che ha riguardato l'incauta, giovane pubblico ministero di Imperia che non ha resistito a esternare sui social la sua, comprensibile, ammirazione per Gabriel Garko, dopo averlo esaminato, quale persona informata sui fatti e, perciò, nell'esercizio delle sue funzioni giudiziarie.
Apriti cielo. Il Capo dell'Ufficio le ha subito tolto il fascicolo affidandolo ad altro magistrato. La sezione disciplinare del CSM ha, a sua volta, ritenuto di intervenire aprendo un procedimento per stabilire se ricorre, nella specie, un'ipotesi di violazione dell'obbligo di " continenza" e, cioè, di uno dei doveri del magistrato, o se, invece, di altro non si sia trattato che del libero esercizio di un proprio diritto. Non so come finirà. Ma, intanto, con affetto e amicizia suggerisco a Davigo di non trascurarlo quel dovere: "Continenza, amico mio, continenza." 
Se vale per un PM di provincia, deve valere anche per il Presidente dell'ANM. O no.

Roberto Saviano a Sky Tg24: "Non credo più nella giustizia. Non ho speranza in istituzioni, politica e media"

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"Non ho speranza verso le istituzioni, verso la politica o nei media. E non credo nella giustizia: in nome della giustizia vengono fatti i peggiori crimini. Credo invece nella bontà, parola oggi impronunciabile, e nel rapporto uno a uno". Lo ha detto Roberto Saviano in un'intervista a Sky Tg 24. Nel corso del colloquio lo scrittore e autore di Gomorra ha parlato del mondo criminale delle organizzazioni mafiose e della loro evoluzione. 
"Oggi la camorra è governata da adolescenti e giovanissimi. Credo sia l'unica organizzazione in Italia che punta sui giovani. Le vecchie famiglie sono ancora dietro a questi giovani, con tutte le strutture dell'organizzazione. Ma il controllo militare, il braccio armato, invece. viene gestito dai ragazzini affamatissimi di potere e identità". 
Saviano parla anche dell'intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina a Porta a Porta: alla domanda se secondo lui andasse fatta, lo scrittore risponde: "L'intervista andava fatta ma non così. Certo, è complicato fare questo tipo di interviste. Quando Sean Penn ha intervistato il boss El Chapo si è reso strumento. Stesso discorso per Vespa, quando fai queste interviste rischi di diventare un megafono".
Perché, dice Saviano, "nessun mafioso va in tv se non ha un messaggio da dare. Se Riina jr si è esposto così tanto lo ha fatto per lanciare messaggi. Oggi il problema non sono i professionisti dell'antimafia ma i dilettanti dell'antimafia".
Quanto all'attività di riciclaggio, le grandi città sono l'ambiente migliore. "Roma è la piattaforma migliore per riciclare denaro per le organizzazioni mafiose, che sanno sfruttare il buco delle banche, ovvero la mancanza di liquidità".
Infine, Saviano ha parlato dei punti in comune tra organizzazioni criminali e quelle jihadiste: "I jihadisti dell'Isis vengono da ambienti criminali, sono pusher e rapinatori che impiegano poco tempi a radicalizzarsi. In questo senso il mondo criminale da cui provengono li addestra alla morte. Diversamente da Al Qaeda, i terroristi dell'Isis producono metanfetamina, ma basta pensare alla produzione di Hamas di hashish, o dei talebani di eroina. Quando le consideriamo strutture islamiste facciamo loro un regalo".

L'illusione che i P.M. fossero tutti bravi, puliti e onesti l'ho perduta da tempo. Condivido pienamente il pensiero di Cantone.

Cantone, Mani pulite ha fallito perché manette non bastano

Anche magistratura ha sue colpe. Non sono ruota scorta di Renzi

"Mani Pulite ha fallito perché le manette da sole non bastano. La fiaba della magistratura tutta buona e della politica tutta cattiva è falsa". E' quanto afferma al Corriere della Sera, Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale Anticorruzione, che aggiunge: "Non sono la ruota di scorta di Renzi. Constato solo che il governo contro la corruzione si sta muovendo. Oggi è meglio che nel 1992".
    Che in Italia abbiano vinto i corrotti, spiega Cantone, "non è assolutamente vero. Dire che tutto è corruzione significa che niente è corruzione, e il sistema non può essere emendato.
    Io non accetto questo pessimismo cosmico. Mi ribello a questa visione che esclude qualsiasi ricetta". "Non è vero", dice ancora Cantone, che oggi è peggio di Tangentopoli, "è vero che Tangentopoli non sradicò la corruzione, che è continuata come un fiume carsico. Ma ora vedo molte persone che vogliono provare a uscirne. E pensano che la soluzione non sia solo la repressione, che la ricetta non sia solo la stessa del 1993, che all'evidenza ha fallito", "l'idea che tutto si risolva con le manette è stata smentita dai fatti". Sul fatto che anche Pier Camillo Davigo parla di prevenzione, Cantone spiega di continuare "a farlo" anche lui: "Ho parlato di agenti infiltrati un mese fa, a un convegno di magistrati. Capisco che Davigo possa non seguire quello che dico, ma in questo caso non è molto informato".
    Cantone segnala nella magistratura anche "gli aspetti critici".
    "Molto spesso - spiega - non riesce a dare risposte ai cittadini, perché è sovraccaricata di compiti non suoi. Si pensa che debba occuparsi soprattutto dei grandi temi, e un po' meno del senso di giustizia individuale", "la magistratura ha meriti eccezionali, ma sarebbe scorretto non evidenziare che certi meccanismi organizzativi non funzionano".
    Sulla situazione attuale della corruzione in Italia, Cantone afferma: "Ci sono criticità, ma c'è uno sforzo autentico, e se ne vedranno i risultati". Scandali e arresti? "Sono fatti molto gravi. Ma se emergono è la prova che il sistema reagisce.
    Fino a poco fa qualche leader politico sosteneva che la corruzione non esisteva; oggi nessuno la nega. Non dico che la strada sia conclusa, sarei un folle. Ma è sbagliato non prendere atto di quel che è avvenuto, grazie al Parlamento che ha votato andando oltre la maggioranza di governo". "Giudici inquinati perché in politica - dice anche - ? Diano le prove o si finisce come quando Falcone venne definito eroe da chi gli aveva dato del traditore".
   

Viva l'Italia.

L'Italia arranca e il lavoro peggiorerà (dichiarazione dell'oracolo segretario della CGIL).
Di una sola cosa siamo certi: lo stipendio dei segretari della CIGL, CISL e UIL sarà l'unica cosa che aumenterà nei prossimi anni. Ovviamente all'insaputa degli stessi segretari.
Dopo il «troglodita» scritto su Instagram il leader della Lega si toglie qualche sassolino dalle scarpe
NEXT QUOTIDIANO
“Dalla sera alla mattina quelli di Forza Italia cambiano tre posizioni. Io non ho sentito Berlusconi, mi hanno chiesto di appoggiare un documento su una federazione di centrodestra con il leader azzurro che convocava il tavolo del programma. Ho detto “sì”. Ma è cambiato tutto. Berlusconi lo capisco anche”: questo dice al Quotidiano nazionale il leader della Lega Matteo Salvini, che spiega: “Quando Berlusconi rientra a casa e ha una signorina di fianco che passa il tempo a darmi del ‘troglodita’ sui social network, non deve essere facile”.

E Salvini litiga con Francesca Pascale

Alla domanda se parla della fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale, Salvini replica: “Sì. Dà del troglodita al leader di un partito con cui Fi governa bene Lombardia, Veneto e Liguria e con cui è alleata a Milano. Berlusconi è tirato per la giacchetta da tante persone”. Il riferimento, per niente velato, è all’articolo pubblicato ieri da Repubblica in cui Tommaso Ciriaco racconta che su Instagram la fidanzata di Berlusconi ha scritto un chiaro messaggio d’amore nei confronti del leader della Lega:
Anche un messaggio postato su Instagram dimostra l’eruzione in corso. Sul profilo di Francesca Pascale, primo sponsor di Guido Bertolaso, c’è la foto di Matteo Salvini e un commento: «Inginocchiati ai meridionali, troglodita». Se la fidanzata picchia sul Carroccio, il cerchio magico berlusconiano si occupa di demolire Meloni durante l’ufficio di Presidenza. La scintilla la provoca Toti, proponendo una bozza di documento che allude a un’intesa con Meloni e Salvini. «Non se ne parla», lo stronca Maria Rosaria Rossi. «Non possiamo accettare la resa incondizionata», fa eco Renato Brunetta, sostenuto dalla maggioranza del parlamentino azzurro. Non però da Paolo Romani, che si ritrova a un centimetro da un furioso Antonio Tajani. «La Meloni gioca a fare la Le Pen – urla il vicepresidente dell’Europarlamento – ma io con i fascisti non ci vado. Piuttosto me ne vado!».
Sul fatto che la spaccatura del centrodestra avvantaggia la grillina Raggi e il Pd Giachetti, Salvini osserva: “È esattamente il rimprovero che io faccio a quella parte di Fi che sta perdendo tempo. Se tutti i sondaggi danno un sostanziale testa a testa tra Meloni e Giachetti bisogna agire di conseguenza. Purtroppo in Fi ci sono ancora i nostalgici dell’inciucio con Renzi e Verdini. Al ballottaggio a Roma, comunque, ci arriverà la Meloni”.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...