martedì 16 dicembre 2014

Ma questi grillini non avevano capito che vi è un solo proprietario?

Se Grillo e Casaleggio scaricano gli attivisti locali

Negato l’utilizzo del simbolo M5S ai “meet up” nel Lazio e a Messina, i più critici nei confronti dei vertici. I militanti: «Hanno vinto loro». Ma organizzano «l’ultimo atto»
La pagina del gruppo 878, il meetup laziale finito nel mirino dei vertici del M5S

15/12/2014
«Hanno vinto loro». La frase, laconica e definitiva, è stata pubblicata sulla pagina Facebook del gruppo 878, meet up romano tra i più duri e intransigenti, constituency politico-culturale degli esponenti più in vista del M5S di provenienza laziale: Paola Taverna, Roberta Lombardi, Alessandro Di Battista. Chiuso per volontà di Beppe Grillo, che attraverso il suo legale ha tolto agli attivisti l’uso del simbolo, di cui è proprietario.  

«Ci hanno detto che è in atto un processo riorganizzativo interno, non punitivo – spiegano loro sul profilo Facebook – ci è stato chiesto di dare fiducia». Intanto danno appuntamento a giovedì prossimo per «l’ultimo atto», l’ultima, polemica convocazione del meet up. Messina. Lo studio legale milanese Squassi&Montefusco invia la stessa lettera al meet up locale. Via il simbolo, un’espulsione senza clamori, senza pianti nei corridoi e telecamere a caccia dei reietti. Chiude un altro meet up simbolo del grillismo degli inizi, quello delle agende rosse e della mafia che c’è e si vede. Un gruppo “dissidente”, che non ha fatto mancare la sua voce critica verso la leadership.  

«Io sono un’attivista dal 2007 – spiega Maria Cristina Saija, animatrice del meet up e candidata per il Movimento alle comunali di Messina – allora eravamo in 4 o 5. Ricordo benissimo quando abbiamo deciso di fare una lista, nel 2008. Ci siamo riuniti a Palermo, eravamo i grillini siciliani. L’unica persona un po’ più conosciuta era Sonia Alfano. Aveva il numero di Beppe è lo chiamò per chiedergli se poteva scendere a darci una mano con le Regionali. Lui venne e iniziò così il primo esperimento politico del M5S in Sicilia. Adesso il Movimento sta involvendo. Abbiamo fatto tutte le campagne elettorali auto-tassandoci e ora ci mollano così».  

I parlamentari minimizzano. Parlano di personalismi, beghe locali. Eppure lo stesso accade anche in Lombardia o ancora in sicilia, a Misterbianco, roccaforte Cinque stelle che nel mezzo fiasco delle Europee ha portato al Movimento il 36 per cento dei consensi, superando il Pd. «Non so bene cosa stia succedendo», spiega Maria Marzana. «Nei meet up ci sono cittadini che collaborano con l’azione dei parlamentari ma non conosco le singole realtà», afferma.  

Cittadini, parlamentari: l’uno vale uno scolorisce di fronte a un “processo di riorganizzazione” che ha tutta l’aria di voler espellere dal corpo politico del Movimento le ali estreme, i dissidenti quanto gli oltranzisti, disincarnando il Movimento dalla dimensione locale, quella dalla quale montano più forti le critiche, quella che ha riempito l’hotel affittato a Parma pochi giorni fa da Federico Pizzarotti. 

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