lunedì 11 agosto 2014

Se avessimo fatto veramente pulizia e quella esperienza avesse cambiato profondamente gli italiani oggi saremmo una nazione grandissima.

"1992", la serie Sky su Tangentopoli. Antonio Gerardi interpreta Antonio Di Pietro:"Tangentopoli non è morta. La politica è sempre corrotta"

Pubblicato: Aggiornato: 
Print Articl
Tangentopoli, la Milano da bere, la criminalità in giacca e cravatta, una classe dirigente che crolla sotto i colpi di un pool di magistrati della Procura della Repubblica di Milano. Era il 1992, l'anno di Mani Pulite, e ora Sky, a distanza di 22 anni da una delle pagine più brutte della storia politica italiana, dà vita a una serie che rilegge questo periodo storico attraverso le vite di persone comuni che si intrecciano con quelle dei personaggi cardine della maxi inchiesta condotta da Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro. Proprio con l'interprete di quest'ultimo, Antonio Gerardi, abbiamo parlato di "1992", ambiziosa produzione in dieci puntate che debutterà su Sky Atlantic in autunno.
Stefano Accorsi interpreta Leonardo Notte, uomo di marketing legato a doppio filo con gli ambienti che saranno sconvolti da Mani Pulite. Tu, Antonio, dai il volto ad Antonio Di Pietro, uno dei simboli della maxi inchiesta di Tangentopoli. Come ti sei preparato al ruolo?
I fatti che raccontiamo sono veri, sono accaduti, quindi ci ispiriamo alla realtà, anche se ci sono personaggi inventati. Per interpretare Di Pietro ho visto tanti video con lui protagonista in quegli anni. Ciò è servito per farmi capire meglio il suo pensiero e il suo linguaggio, ma in "1992" ho dovuto ispirarmi alla sua figura. Se avessi fatto un'imitazione dei suoi modi l'effetto sarebbe stato da Bagaglino. Quindi l'ho pensato come un grande uomo del Sud. Lui è molisano, non ha un accento ben definito, perché impasta tanti dialetti vicini. Per me è stato molto più producente dargli questo aspetto.
Hai incontrato Di Pietro prima di girare?
No, non ho avuto il piacere, ma spero di farlo in futuro.
Cosa volete raccontare principalmente in "1992"?
Si dà spazio all'inchiesta e alle storie di alcuni uomini che, più o meno marginalmente, sono stati coinvolti in essa. Si parte da Mario Chiesa e dai soldi di tangenti da lui intascati e si approfondiscono poi le azioni dei magistrati. Era inevitabile, non potevamo esimerci dal farlo. Analizziamo come la criminalità indossasse giacca e cravatta. Facciamo vedere quanto fosse "figa", passami il termine. Un racconto sicuramente diverso dal solito, strano, forse per questo motivo più d'impatto e spiazzante.
Una criminalità diversa. Basti pensare che siamo a Milano, una città che a differenza di Palermo, Napoli, Roma, non abbiamo visto quasi mai al centro di racconti televisivi sulla malavita.
Sì, è vero, è un aspetto che viene evidenziato in larga parte della serie. D'altronde si sottolineano gli intrecci criminali di politici, imprenditori, finanzieri e così via. Stiamo a un livello più alto, con un diverso tipo di violenza, sicuramente più silenziosa.
Pensi che sia cambiato qualcosa dal 1992 a oggi?
Sono cambiati i termini. C'è un linguaggio diverso, penso a inglesismi come royalty per alludere a qualcos'altro, ma il sistema di quegli anni è rimasto lo stesso. In tutto questo marasma è cambiato il paese. Con Mani Pulite abbiamo avuto la speranza che ci fosse un miglioramento pronto ad attenderci. Non è stato così e la situazione attuale lo dimostra purtroppo. La gente ha altri tipi di problemi da affrontare.
Tu hai recitato già in un'altra importante serie Sky. Davi il volto al Sardo in "Romanzo Criminale". Qual è l'apporto più significativo di queste produzioni?
La cura maniacale dei dettagli e la libertà creativa che c'è dietro. Oggettivamente ci sono racconti che non vediamo in altre produzioni. Penso che sia questa la chiave del suo successo, come dimostra anche l'ultima "Gomorra". Inoltre viene data voce a personaggi non convenzionali, che conquistano il pubblico. Questo è dovuto anche all'apporto degli sceneggiatori. Basti pensare che in "1992" erano sempre sul set e potevano limare e correggere tutto al momento, migliorare le battute. Giuseppe Gagliardi, l'ideatore di "1992", ha svolto un lavoro straordinario in tal senso.
Per "1992" si pensa già a una seconda stagione?
Onestamente non lo so, ma immagino che gli autori abbiano già diverse idee per il futuro. Sicuramente in questa prima stagione si racconterà solo il 1992, non prima e non dopo.

INOLTRE SU HUFFPOST

1992, la serie Sky su Tangentopoli
1 di 16 
 
Sky

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...