domenica 10 agosto 2014

Il punto centrale rimane sempre quello dei tecnici e dei dirigenti. I grillini si attardano a urlare contro la casta della politica non cogliendo il fatto che l'Italia è un paese di caste. Perché diventi un paese moderno occorre eliminarle tutte. Ma davvero.

Una poltrona da leccarsi i Baffi
Il caso dell’ex capo del personale del Tesoro
Prima una consulenza, poi maxi-incarico in Fs


Di Stefano Sansonetti
Costretta a lasciare un incarico da capo Dipartimento al ministero dell’economia, è riuscita a riciclarsi con indubbia sapienza e ammirevole celerità. Prima ha ottenuto una bella consulenza dallo stesso Tesoro per un incarico di fatto mai svolto (ma in parte retribuito). Successivamente si è sistemata ai piani alti delle Ferrovie dello Stato, occupando una poltrona dirigenziale di non poco conto. Al centro della scena c’è Giuseppina Baffi, fino a qualche mese fa a capo del Dag, in pratica il Dipartimento dal quale dipende tutto il personale del mastodontico ministero dell’economia. Con il nuovo corso di Pier Carlo Padoan a via XX Settembre, però, la dirigente ha dovuto lasciare spazio a un nuovo responsabile della struttura, Luigi Ferrara. Niente paura: alla Baffi, che è figlia dell’ex governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi, è stato fornito uno scivolo che più comodo non si può.
L’operazione
Appena ha lasciato il Dag, ovvero nel maggio del 2014, ha immediatamente ricevuto dal Tesoro una consulenza come “consigliere del ministro in materia statistica ed economica”. L’incarico, inizialmente pensato per una durata annuale, prevedeva un compenso di 75.500 euro. Cifra evidentemente troppo più esile rispetto ai 240 mila euro che il capo del Dag, pur scontando tutti i tagli che ci sono stati, continua tuttora a percepire. Lo stesso successore, Luigi Ferrara, in base all’ultimo aggiornamento relativo al 1° giugno scorso, risulta accreditato di un emolumento annuo lordo di 239.900 euro. Insomma, passare da questa cifra a “soli” 75.500 euro deve essere sembrato alla Baffi un po’ eccessivo. E così, nel giugno scorso, ecco la novità. Dopo solo un mese dall’ottenimento della consulenza, la dirigente è stata nominata capo della Direzione affari istituzionali e internazionale delle Ferrovie dello Stato, controllate al 100% dallo stesso Tesoro. E che fine faranno i 75.500 euro previsto per la consulenza al ministero? La Baffi, contattata da La Notizia, ha spiegato che non percepirà l’intero compenso, ma la parte relativa all’unico mese di fatto coperto. In soldoni significa che l’ex capo del Dag prenderà circa 5.800 euro per una piccola parte di incarico che però non si capisce con quali risultati sia stato effettivamente svolto.
La spiegazione
Sul punto la Baffi ha precisato che la consulenza avrebbe dovuto riguardare “il processo di riorganizzazione del ministero, ossia un lavoro di analisi delle varie strutture, dei carichi di lavoro, delle cause di servizio”. Naturalmente la dirigente ha spiegato che si è subito dimessa dall’incarico di consigliere del ministro non appena è diventata capo degli affari istituzionali e internazionali delle Fs, ora guidate dal nuovo amministratore delegato Michele Mario Elia (che a sua volta ha recentemente preso il posto dell’ex ad Mauro Moretti, trasferitosi sulla tolda di comando di Finmeccanica). Ma quanto prenderà la Baffi nella nuova avventura alle Fs? “No guardi, lasciamo stare”, dice la dirigente, “ma non pensi che si tratti di uno stipendio alto, anzi”. Di sicuro, per lei, morta una poltrona pubblica se ne è subito fatta un’altra. Con uno stipendio che, seppure nel contesto generale, sarà di sicuro di tutto rispetto.
@SSansonetti

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