sabato 27 luglio 2013

Grande civiltà di Kyenge. Auzzi è un un uomo delle caverne.


REAZIONI

Razzismo, solidarietà della politica a Cécile Kyenge

Vicinanza bipartisan dopo il lancio di banane a Cervia. Ma il consigliere Auzzi su Fb: «Se lo merita».

Una solidarietà bipartisan. Questo è stato l'effetto dell'ennesimo gesto razzista messo in atto nei confronti del ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge: il lancio di banane verso il palco da cui stava parlando alla festa del Pd a Cervia, la sera del 26 luglio, è riuscito a compattare ancora di più il fronte di coloro che hanno espresso vicinanza al ministro.
MARONI: «UNA COSA IDIOTA». Il segretario della Lega, Roberto Maroni, ha liquidato l'episodio come «una cosa idiota». E ha aggiunto: «La Lega incontrerà il ministro il prossimo 3 agosto all'apertura della festa a Cervia e non abbiamo bisogno di lanciare insulti». «Lei e Laura Boldrini», ha scritto invece su Twitter il presidente di Sel Nichi Vendola - parlando di «gesti miserabili» - «sono il simbolo di una nuova Italia, siamo orgogliosi e onorati che questa sera saranno ospiti alla nostra festa a Milano».
BOLDRINI: «KYENGE NON SI PIEGA ALL'ODIO». Per il ministro Boldrini, Kyenge «sta diventando il catalizzatore della violenza e della rabbia del nostro Paese, siamo di fronte a un continuo di insulti che provengono purtroppo anche da chi ricopre ruoli istituzionali e ciò è anche più grave perché se chi ha una carica istituzionale lo fa, non ci possiamo meravigliare se lo fanno anche altri». Ma, ha aggiunto, «vincerà la sua battaglia culturale», perché «non si piega all'odio lo respinge al mittente» e risponde «con la via della sobrietà, dell'ironia e dalla compostezza e riesce così anche a riscattare chi la insulta».
Dello stesso avviso anche il ministro Graziano Delrio, che ha twittato: «Gli italiani sono tutti con te».
Il ministro Andrea Orlando ha espresso «profonda solidarietà e massima indignazione per il misero atto». E per l'ex ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. «Mai frase fu più azzeccata» di quella del ministro: «Così facendo, hai dimostrato coraggio e saggezza, doti che ti rendono un esempio da seguire. Brava Cécile, l'ironia è il grimaldello per scardinare il senso del ridicolo al quale si espongono gli stolti».
FORMIGONI: «ISOLARE GLI IMBECILLI». Ha preso posizione anche l'Osservatore Romanoparlando di un «grave episodio di intolleranza» che «macchia la scena politica italiana» mentre l'ex presidente della Lombardia Roberto Formigoni chiede di «isolare gli imbecilli»: è ora di dire «basta ai vergognosi insulti alla Calderoli e alle aggressioni».
Migliaia anche i messaggi sui social network: «Gli italiani son con te»; «Che grande lezione di stile a quei selvaggi che infangano l'Italia»; «Cécile grande!!».
E il ministro ha molto apprezzato il sostegno: «Sono fiera di essere italiana e contenta della solidarietà ricevuta», ha detto il 27 alla festa nazionale di Sel. «Credo che il problema non sia mio, c'è qualcuno che non sta bene e che manifesta disagio, il mio compito è ascoltare questo disagio''.
Anche Forza Nuova, che proprio il 26 a Cervia aveva organizzato una manifestazione contro lo Ius Soli (con tanto di manichini imbrattati sul petto di vernice di colore rosso e con cartelli con scritto 'l'immigrazione uccide'), si è chiamata fuori dal gesto. «Smentisco nella maniera più assoluta ogni nostro coinvolgimento», ha detto il segretario nazionale Roberto Fiore, «ogni nostra manifestazione contro lo ius soli è sempre stata radicale sulle politiche ma improntata al massimo rispetto nei confronti delle persone».
Dal canto suo il ministro, che già il 26 aveva liquidato in modo elegante - «con la gente che muore di fame sprecare il cibo così è triste» ha detto a caldo - è tornata sull'argomento con un tweet. Ma solo per dire che «il coraggio e l'ottimismo per cambiare le cose deve soprattutto partire dalla base e arrivare alle istituzioni»: ancora una volta niente accuse e niente polemiche.
UN PIANO CONTRO IL RAZZISMO. E, sempre su Twitter, ha fatto sapere che «il 30 luglio con l'Unar parte l'elaborazione del piano contro il razzismo rispettando le convenzioni internazionali». Già la scorsa settimana il ministro, a margine della presentazione della Carovana dello Ius Migrandi, a Roma, aveva annunciato entro fine luglio l'elaborazione assieme all'Unar di un piano triennale contro il razzismo. «Si tratta di alcune linee guida che cercheremo di diffondere in tutte le regioni e in tutti gli enti locali d'Italia.
Intanto, la Digos sta cercando di identificare la persona che ha lanciato le banane ma non è così semplice compito difficile perché dai primi accertamenti sembrerebbe che l'autore abbia agito da una zona alberata vicino al palco dove potrebbe essersi nascosto per non farsi riprendere dalle telecamere presenti
Sabato, 27 Luglio 2013

In questi momenti mi vergogno di essere italiano. Anzi mi vergogno che ci siano degli italiani così ignoranti ed imbecilli. Fossi ministro degli interni li metterei dentro e butterei le chiavi. Noi tutti siamo con la Kyenge.


Cecile Kyenge: lancio di banane durante la festa del Pd

Ansa  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 27/07/2013 11:26 CEST
Doppia contestazione nei confronti del ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge a Cervia, sulla riviera ravennate, dove era attesa in serata per partecipare ad un dibattito alla festa del Pd. La scorsa notte alcuni manichini vestiti con giubbotti scuri e jeans, imbrattati sul petto di vernice color rosso sangue e corredati da cartelli e volantini con la scritta 'L'immigrazione uccide-No ius solì, erano stati abbandonati nella centrale piazza dei Salinari; il gesto era stato poi rivendicato da Forza Nuova.
Ieri sera, durante l'intervento del ministro davanti al pubblico della festa, una persona non ancora identificata ha lanciato al suo indirizzo due banane. I frutti non hanno raggiunto il palco, ricadendo tra la prima e la seconda fila di spettatori. Kyenge ha definito il gesto "uno schiaffo alla povertà" e "uno spreco di cibo".
Forza Nuova, nella rivendicazione del gesto di protesta, scriveva che "tutelare l'identità italiana deve essere di primario interesse, in quanto essa rappresenta la forza da cui trae linfa la vita stessa del nostro popolo". I carabinieri della Compagnia cittadina hanno già identificato sei persone quali possibili autori del blitz, mentre il Pd di Cervia ha espresso "assoluto sdegno per l'atto di intimidazione" realizzato da "un gruppo di estremisti nei confronti del nostro partito, impegnato in questi giorni nella tradizionale Festa Democratica.
Preoccupazione e stupore per la presenza nella nostra città di vergognosi fenomeni di rigurgiti fascisti". La stessa Forza Nuova aveva annunciato altre iniziative: di fatto stasera, durante l'intervento della Kyenge, non ci sono state proteste, a parte la blanda contestazione di un gruppetto di giovani consistita nel rumoreggiare durante alcuni passaggi del suo discorso sul tema immigrazione.

I delinquenti non li prendono i ministri. I delinquenti li prendono i magistrati e le forze dell'ordine.

http://youtu.be/iEyezPfJ6Uw

Straordinario Perenzo. Mai avrei immaginato di essere quasi sempre d'accordo con lui.

http://youtu.be/iEyezPfJ6Uw

Questa é straordinaria e conferma quello che dico da sempre su questi due sindacati. Incompetenti ed incapaci oltreché grandi commensali nelle cene con il PDL.


TempoReale

Bonanni e Angeletti non ci stanno sulla sentenza Fiat-Fiom e fanno appello al parlamento

Bonanni e Angeletti non ci stanno sulla sentenza Fiat-Fiom e fanno appello al parlamento

I segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonnni e Luigi Angeletti, non ci stanno sulla sentenza Fiat-Fiom e fanno appello al parlamento affinché vari una legge sulal rappresentanza sindacale. "Una grande multinazionale ha diritto a godere della certezza del diritto in Italia: c'era una norma, che ora la Consulta ha cancellato, quindi serve una nuova norma certa; non credo che quelle di Fiat siano ritorsioni perche' ha diritto ad avere certezze". Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ospite a "RadioAnch'io" su Radio 1 Rai, sottolinea come la sentenza della Corte Costituzionale che ha dato ragione alla Fiom, crei un vuoto.  E sulla possibilità di trasformare in legge l'accordo interconfederale firmato da tutti i sindacati, Cgil compresa, Angeletti spiega: "L'accordo va perfezionato perche' così com'è non è applicabile al caso specifico ma da parte nostra non c'è nessuno problema ad approvare come legge l'accordo sulla rappresentanza", conclude il segretario generale della Uil.  Anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, dalla stessa emittente, chiede a governo e parlamento di intervenire, dopo la sentenza della Consulta sul caso Fiat-Fiom, per convertire in legge l'accordo interconfederale sulla rappresentanza: "Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un accordo sulla rappresentanza: è l'unica soluzione dopo la sentenza della Consulta", dice Bonanni. "Diamo forza di legge a quell'accordo e applichiamolo per stabilire chi rappresenta chi, il ruolo di ciascuno, il gioco democratico in cui pero' si devono rispettare le decisioni prese dalla maggioranza dei lavoratori". Bonanni aggiunge: "Ci sono dubbi nelle motivazioni della Corte Costituzionale, ad esempio si dice che non si può escludere un sindacato che non abbia firmato accordi aziendali ma che abbia partecipato alle trattative: cosa vuol dire partecipare? come funziona? ci vuole certezza".
Il segretario generale della Cisl riconosce "che quello che e' accaduto alla Fiom puo' accadere ad altri, cio' che danneggia te puo' un domani danneggiare me: per questo su temi sindacali cosi' importanti e delicati l'unica soluzione e' l'accordo sulla rappresentanza che abbiamo firmato tutti". Alla Fiat, che ha commentato le motivazioni della sentenza dicendo che ora valutera' se confermare gli investimenti in Italia oppure no, Bonanni ribatte: "Non mi convincono queste risposte che sembrano quasi 'a dispetto'. La Fiat fa bene a continuare a investire in Italia come sta facendo, si confronti con i problemi sindacali. Da parte mia sono d'accordo a discutere anche con la Fiom, ma anche la Fiom deve impegnarsi a riconoscere le decisioni prese dalla maggioranza dei lavoratori". (AGI) 


Mau


Azz.....abbiamo perduto il meglio! Meno male che questi erano " quelli che non avevano bisogno di soldi per fare politica.


Dimissioni di Roberta Lombardi, ecco la causa



E così, anche Roberta Lombardi ha dato forfait. Una degli esponenti di spicco del Movimento 5Stelleha rassegnato ufficialmente le dimissioni. E se inizialmente la sua rinuncia alla presidenza della Camera poteva sembrare un fatto di ordinaria amministrazione, ora che il reale motivo delle dimissioni è venuto a galla si parla sempre più di scissione all'interno del movimento. L'oggetto del contendere, secondo Il Fatto Quotidiano, sarebbe unafattura da 10 mila euro del collaboratore personale della Lombardi, Caris Vanghetti, che i vertici del M5S non intenderebbero pagare. Il conto presentato includerebbe consulenze, compiti organizzativi, attività di ufficio stampa e relazioni istituzionali, tutto riportato dettagliatamente in una lista di 54 punti. In altre parole, Vanghetti si sarebbe occupato di gestire la logistica e le relazioni pubbliche degli inesperti grillini dall'inizio del mandato a poche settimane fa. Un lavoro da migliaia di euro. Peccato che il conto risulti troppo salato, per i vertici del movimento, che preferiscono perdere la Lombardi anziché pagare la fattura.

Leggi anche: Finanziamento pubblico ai partiti, la singolare proposta del M5S
Del resto, per lei si tratta di una questione di principio: Vanghetti l'ha scelto personalmente dopo averlo conosciuto durante il meetup romano. All'epoca il successo inaspettato del movimento, la pressione mediatica alle stelle e l'inesperienza (e a tratti l'ingenuità) nel gestire i nuovi incarichi e la "notorietà" resero necessario l'intervento di un esperto. Ecco allora che la portavoce del gruppo alla Camera si affida a Vanghetti, lo elegge a suo fidato collaboratore per i primi mesi e gli affida l'incarico di gestire la comunicazione del gruppo.

Leggi anche: Nicola Morra, il nuovo volto del MoVimento 5 Stelle

Guarda caso sono i mesi in cui si consolida la fama della Lombardi quale fedelissima di Grillo e devota al movimento, donna di ferro e indefessa lavoratrice al servizio dei suoi elettori. Un'esponente da sempre in prima linea, tanto da diventare in più occasioni lo zimbello della rete e la paladina dei suoi colleghi. Ora però è divorzio: il più inaspettato e significativo del M5S finora.

Leggi anche: Antonio Razzi riappacifica le due Coree

Giuni Russo Franco Battiato - Strade Parallele (Aria Siciliana)(testo+tr... Straordinario. Come leggere le poisie friulane di P.P. Pasolini. Straordinario.

venerdì 26 luglio 2013

Questo era il presidente del Senato. Ecco perchè continuo a credere che il paese lo cambiano le persone.


Mafia, Renato Schifani: il gip respinge la richiesta di archiviazione dell'indagine per concorso esterno

L'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 26/07/2013 13:43 CEST
Il gip di Palermo, Piergiorgio Morosini, ha respinto la richiesta di archiviazione dell'indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, fatta dalla procura. Il giudice ha ordinato ai pm di fare nuove indagini.
Con un provvedimento di dieci pagine il giudice ha motivato l'esigenza di ulteriori approfondimenti investigativi e ha stabilito in 120 giorni il termine entro il quale i pm dovranno compierli. Morosini ha sostenuto che, tra l'altro, è necessario approfondire l'inchiesta sui presunti rapporti tra il senatore e gli uomini del mandamento mafioso di Brancaccio e ha indicato sette pentiti da interrogare.
"Gli approfondimenti istruttori disposti dal Gip - ha detto Schifani - non potranno che confermare la mia totale estraneità a rapporti collusivi con esponenti mafiosi".

Versace: Le Regioni sono un'associazione criminale di stampo politico

Brava, brava, brava. Oltre al migliore presidente della Camera Boldrin adesso abbiamo anche il migliore ministro dell'Istruzione mai visto. Così si cambia il paese. Con le persone intelligenti e capaci. E allora cambiamolo questo paese.


Il Ministro dell’Istruzione Carrozza: “Meglio un libro dei compiti estivi”

 | a cura di 

Il Ministro dell’Istruzione Carrozza: “Meglio un libro dei compiti estivi”
0

Il Ministro propone di eliminare i compiti estivi e di sostituirli con una serie di libri di leggere e chiede nuovi investimenti nella Scuola
L’ultima dichiarazione del Ministro dell’IstruzioneMaria Chiara Carrozzaha suscitato una vera ovazione tra gli studenti. In una intervista, la professoressa di bioingegneria industriale ha consigliato ai docenti di eliminare i compiti estivi e di proporre ai ragazzi una lista di libri da cui scegliere quello che preferiscono leggere durante le vacanze.

"Basta compiti, in estate meglio un libro"

“Non serve a niente imporre tonnellate di versioni di latino o decine di problemi da risolvere. Vengono smaltiti meccanicamente, senza concentrazione.” – ha spiegato il Ministro – “Sarebbe bello che a ogni ragazzo fosse fornita una lista di libri perché selezioni le sue letture delle vacanze [...] Un bravo insegnante è quello che stimola la curiosità e incoraggia la scelta”. La Carrozza si è anche detta fan in gioventù di “Piccole Donne”.

Servono investimenti all’Istruzione

Il Ministro è ritornata anche sullo slittamento al 2015-2016 della sostituzione dei libri scolastici cartacei con gli e-book. “Il presupposto è portare internet in tutte le scuole, non si può andare avanti con pochi esempi pilota. Anche qui, poi, bisognerà formare gli insegnanti. La priorità, comunque e per il momento, è investire in edilizia scolastica”, ha detto il Ministro. In conclusione all’intervista la Carrozza ha chiesto “un atto di coraggio” per trovare nuove risorse da destinare all’Istruzione “perché soldi non ce ne sono e quelli che ci sono dovrebbero andare all’istruzione. I nostri giovani possono salvare questo Paese. Ma se li mandiamo tutti via, siamo finiti”.

Ogni tanto una bella notizia.Forse lo cambiamo questo paese.


PROFILO

Franco Roberti, una vita contro la camorra

Le sue indagini sono state lo spunto per Gomorra. Chi è il nuovo procuratore antimafia. Nemico giurato dei Casalesi.

di Gabriella Colarusso
Era il 1992. Franco Roberti, allora magistrato presso la procura di Napoli, stava indagando sulle attività della criminalità organizzata nella provincia di Napoli e Caserta. Ricevette una telefonata, si precipitò nel carcere vicentino. Nunzio Perella, tra i primi pentiti di camorra, voleva parlargli. «Dotto', non faccio più droga. No, adesso ho un altro affare. Rende di più e soprattutto si rischia molto meno. Si chiama monnezza, dotto'», gli disse il boss.
LA SCOPERTA DEL BUSINESS DEI RIFIUTI. Quella conversazione cambiò il corso delle indagini antimafia in Campania, e non solo. L'inchiesta che ne derivò, rivelò come i clan lucravano sullo smaltimento illegale dei rifiuti grazie ad amministratori corrotti dalle tangenti, controlli inesistenti, connivenze sul territorio.
E Franco Roberti - che ancora oggi racconta quasi incredulo quell'episodio: «Ci spalancò una finestra su un mondo assolutamente sconosciuto. Quando mi spiegò che per lui era diventato più conveniente trattare la spazzatura che la droga, rimasi sbalordito» - fu il primo a capire che i clan cresciuti e radicati nel Casertano stavano diventando tra i più potenti d'Italia. E che la monnezza era per loro un affare d'oro, più della droga, più del traffico d'armi. Il vero punto di forza dei Casalesi, insomma, era il fiuto per gli affari, la loro capacità imprenditoriale.
L'ESPERIENZA ANTIMAFIA A NAPOLI. Ventuno anni dopo, il pm Roberti è arrivato alla guida della direzione nazionale antimafia, la super-procura voluta da Giovanni Falcone per coordinare a livello nazionale le indagini contro la criminalità organizzata. Ci aveva già lavorato Roberti, dal 1993 al 2001. Prima di essere nominato procuratore aggiunto a Napoli e assumere successivamente la guida del pool antimafia nel capoluogo partenopeo.
«È una vittoria di squadra più che un successo personale», ha dichiarato subito dopo la nomina, fissando già i suoi obiettivi: «Rilanciare l'azione importante della procura nazionale nel solco già tracciato dai predecessori e di confrontarsi con le nuove sfide della criminalità organizzata transnazionale, dei mercati globalizzati, dei mercati finanziari offshore e dei traffici di droga, rifiuti e, purtroppo, essere umani».

Da Borgo San Lorenzo all'Irpinia: il percorso del pm «moderato»

Sessantacinque anni, napoletano, ex esponente di Unicost, la corrente moderata della magistratura, e poi passato ai Verdi, i togati democratici di sinistra, Roberti ha cominciato la sua carriera nel 1976 come pretore a Borgo San Lorenzo, in Toscana. Le ossa, però, se le è fatte in Irpinia, dove, arrivato nel 1979 come giudice al Tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi, portò avanti alcuni dei più importanti processi sul post-terremoto del 1980. Processi per i crolli e le ruberie nella ricostruzione. Intrecci tra politica, impresa e camorra.
Poi sono arrivate le indagini contro il clan Nuvoletta, le faide a Scampia, la nuova camorra che diventava sempre più internazionale.
LA GUERRA ALLA CAMORRA. Tra gli Anni 80 e 90, Roberti si è dedicato alla guerra contro la criminalità organizzata campana, gestendo collaboratori di giustizia del calibro di Carmine Alfieri e Pasquale Galasso, coordinando le inchieste sulla faida tra i clan Di Lauro e gli scissionisti, inseguendo i superboss della camorra napoletana della Nuova Famiglia che aveva dichiarato guerra a Raffaele Cutolo.
Contro i Casalesi, che forse conosce meglio di qualunque altro magistrato italiano, Roberti ha ottenuto insieme con la sua squadra importanti successi, come la cattura di Giuseppe Setola, il capo dell’ala stragista. Non a caso, ampi stralci del bestesller di Roberto Saviano, Gomorra,sono stati scritti proprio sulla base delle indagini condotte dal pool di Roberti.

Le prese di posizione nei confronti della politica

Uomo di Stato, serio, discreto, per nulla incline al chiacchiericcio da talk show, molto in voga tra i suoi colleghi, Roberti è però anche uno che non le manda a dire.
In occasione della cattura di Setola, all'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che si complimentava per i successi ottenuti nella lotta ai clan, rispose: «Per favore, con riferimento ai successi e ai risultati positivi conseguiti da magistratura e forze dell'ordine in Campania non cambiamo per legge il rapporto tra pm e polizia giudiziaria. Perché così com'è va molto bene visti quali sono i risultati».
IL CONFRONTO CON ALFANO.Un'analoga determinazione la dimostrò in uno scambio di battute con Angelino Alfano. Era il 2009 e l'allora Guardasigilli aveva bacchettato i magistrati per l'eccessivo presenzialismo nei salotti televisivi. «La mafia», disse Alfano, «si può combattere senza andare in tivù o a fare convegni».
«È opportuno che i magistrati mantengano la massima riservatezza», rispose Roberti, «ma quanto affermato dal ministro non c'entra con l'efficienza o l'inefficienza della giustizia. Il suo giudizio non è condivisibile. I magistrati non devono essere certo degli opinionisti in tivù ma credo abbiano il dovere di contribuire alla corretta informazione in tema di giustizia. Anzi, devono farlo e gli stessi cittadini hanno il diritto di sapere».
CONTRARIO AI MAGISTRATI IN POLITICA. Sul tema dei magistrati in politica, invece, Roberti ha di recente e in più di una occasione auspicato una separazione più netta tra i due ruoli. «È vero che le leggi le fa la politica», ha sottolineato, «ma mi sembra necessario stabilire un dialogo per riflettere sul ruolo del magistrato e raccogliere le sfide che l’attualità della crisi pone anche alla magistratura».
LA POLEMICA SULLE INTERCETTAZIONI. Meno moderati i suoi interventi in materia di intercettazioni, seppur nel rispetto delle prerogative del legislatore. «Spesso le indagini di criminalità organizzata nascono da indagini sulla criminalità comune e attraverso le intercettazioni si evidenziano elementi che riconducono al contesto della criminalità organizzata», spiegò nel 2009 quando si discuteva la modifica della legge sulle intercettazioni.
«Restringerle per i reati di criminalità comune significa indirettamente ridurre anche possibili sviluppi nei confronti della criminalità organizzata, un depotenziamento generale delle indagini nel cui ambito le intercettazioni hanno un'importanza assolutamente primaria. Ma questa è una scelta del legislatore».
Giovedì, 25 Luglio 2013

Virus - Giulio Tremonti parla della migrazione dei capitali in Asia 24/0... Questo è il più grande uomo politico del mondo. Sa tutto di tutto prima di tutti ma non ha fatto mai niente per anticipare la crisi italiana. Ma da dove li prendiamo questi statisti.

Sansa del Fatto Quotidiano senza parole. Ecco perchè i grillini vanno avanti così. I loro intellettuali di riferimento sono uno peggio dell'altro. Questo non il momento di urlare contro. L'Italia affonda e bisogna fare le cose che servono. Subito.

giovedì 25 luglio 2013

Favia si è reso conto che Grillo mente. E solo oggi si rende conto che generale Pound mente da quando è nato?


Durt, il m5s sconfessa sé stesso: "Pronti tre emendamenti per eliminarlo". E Favia attacca: "Grillo mente"

L'Huffington Post  |  Di  Pubblicato:   |  Aggiornato: 25/07/2013 21:07 CEST
Indietro tutta. Il Durt, il Documento Unico di Regolarità Tributaria introdotto con un emendamento al decreto del fare dal deputato a 5 stelle Girolamo Pisano ora deve essere a tutti i costi eliminato. Chi lo chiede? Il Movimento 5 Stelle.
La presa di distanza di Grillo. La retromarcia grillina arriva dopo che, da ultimo, dopo le proteste furibonde delle piccole e medie imprese che tanto hanno alimentato il successo elettorale del Movimento, anche Beppe Grillo era stato costretto a prendere le distanze: "Il m5s si dissocia dall'emendamento presentato dal suo esponente della Camera Girolamo Pisano e noto come Durt, Documento Unico di Regolarità Tributaria", ha scritto lo staff del leader-portavoce sul blog, aggiungendo che "al Senato è al lavoro per cancellarlo tramite tre emendamenti soppressivi già programmati in Commissione bilancio. L'emendamento è stato presentato a livello personale, in quanto contrario allo spirito di aiuto alle piccole e medie imprese che ha sempre animato il m5s".
Contro l'emendamento grillino si erano scagliate nei giorni scorsi tutte le principali associazioni imprenditoriali, da Confindustria a Rete Imprese, passando per Confartigiato, Cna e Ance. E proprio la rappresentanza veneta dell'associazione degli imprenditori edili aveva definito un "mostro burocratico" il documento che Pisano voleva introdurre, che prevedeva l'iscrizione per le imprese appaltatrici a una canale telematico dell'Agenzia delle Entrate a cui comunicare mensilmente la regolarità della propria posizione tributaria. Un ulteriore passaggio, ha scritto oggi il Corriere della Sera, che si sarebbe tradotto in ulteriori 21 adempimenti burocartici per artigiani e imprenditori.
Vicari (M5s): "Meccanismo diabolico, lo elimineremo". A mettere una pietra sopra la questione ci ha pensato, in serata, la senatrice m5s Simona Vicari. ""Il Durt, adesso sconfessato, sarà cancellato nel corso dell'esame in Senato del 'Decreto del fare", ha spiegato la Vicari convinta che sia "evidente come si tratti di un meccanismo diabolico, che rischia di gravare ulteriormente sulle imprese e soprattutto di aumentare la mole degli adempimenti burocratici a cui sono sottoposte le nostre aziende".
Favia attacca: "Grillo mente". Questione chiusa? Neanche per idea. A mettere altra carne al fuoco ci ha pensato Giovanni Favia, ex consigliere regionale M5s espulso da Beppe Grillo: "Grillo mente ancora: sul Durt il deputato Pisano non ha agito a titolo personale ma concordando l'emendamento con il gruppo M5s in commissione alla Camera e fino a pochi giorni fa sui siti del movimento ancora si magnificava questa proposta". A riprova di quanto detto Favia ha pubblicato su Twitter uno screenshot di un commento sul blog del Movimento dello stesso Pisano, che invece parla di emendamento "discusso e approvato dal gruppo Commissione Finanze alla Camera".

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...