sabato 16 febbraio 2013

Ma basta far la vittima. Io, nel mio piccolo ho fatto più processi di Berlusconi e di Generale Giuseppe Pound eppure non mi lamento. Mi metto a disposizione della magistratura senza paura. A differenza di Grillo e Berlusconi non i loro soldi e le loro ville. Eppure vado avanti senza paura e spero che vi sia sempre una magistratura in questo paese perchè è l'ultimo e l'unico presidio di legalità in questo paese pieno di illegalità.


Grillo attacca la magistratura: “Io come Berlusconi? No,ho più processi di lui”

Pubblicato il 16 febbraio 2013 20.44 | Ultimo aggiornamento: 16 febbraio 2013 20.45
ROMA – “La magistratura fa paura”. Beppe Grillo lo ha detto il 15 febbraio, per poi dichiarare di avere sulle spalle 86 processi. Un “record” se confrontato conSilvio Berlusconi, che ne ha 22. La replica di Berlusconi non è mancata, scrive il Fatto Quotidiano: “Non dica sciocchezze, ho 2700 udienze sulle spalle. Nessuno più di me”. Una sfida singolare, se di sfida si può parlare, che accomuna i leader del Pdl e del Movimento 5 Stelle. Entrambi attaccano la magistratura, pur essendo “agli opposti”, come sottolinea Antonello Caporale sul quotidiano.
Il Fatto Quotidiano scrive:
“Certo i due sono agli opposti e magari la prosa grillina, così densa di approssimazioni, era diretta a contestare questo modello di Stato, implacabile con i deboli ma distratto con i forti. Magari il comico spesso tramortisce anche oltre la propria volontà. Gli accade in ogni comizio, per via di un utilizzo smodato dell’iperbole. Grillo pratica la disinibizione verbale al punto di mettersi fuori anche dalla logica delle cose. Attacca la magistratura allo stesso modo di coloro che dice di combattere. È solo una coincidenza, ma c’è e da sola basta a far presagire un futuro pericoloso corto circuito”.
Il fenomeno Grillo travolge con lo Tsunami Tour che va in scena nelle piazze italiane, scrive il Fatto:
“Il ciak dalle piazze è già impressionante: a est come ad ovest è tutto un fuggi fuggi. Corrono da quale disgrazia? E soprattutto verso quale approdo? Sembra pacifico: fuggono via da uno Stato esattore e corrotto, sentono il peso dello spreco e dell’ingiustizia sociale come una bomba ambientale che mina la loro vita e quella delle proprie famiglie. Contestano l’immoralità della classe politica. È il peso dell’illegalità a condurli verso Grillo. Invece ieri il leader del Movimento 5 Stelle riposiziona il suo popolo e lo mette in marcia contro i palazzi di Giustizia”.
Poi Caporale parla del dopo voto e del nuovo scenario che verrà nella politica italiana, dei nuovi volti.
“L’ingresso di tanti cittadini senza potere nel palazzo del Potere promuove un cambio d’aria benefico per la democrazia, perchè trova persone libere e non già soggiogate dagli apparati e dalle gerarchie. Serviranno però idee da coniugare alla libertà e soprattutto servirà che il leader non eletto (Grillo ha scelto di non candidarsi) abbia chiaro che il suo potere già ora è tale da avergli cambiato i connotati sociali: da uomo comune, benché famoso, a potente. E ieri, magari sovrappensiero, ha appunto fatto un discorso tipico della famiglia allargata dei potenti: guarda che ci sono anch’io, e non permetterti di toccarmi…”.

Sempre più simile a Berlusconi. Adesso se la prende con la magistratura . Sena magistratura questo paese sarebbe diventato il paese più corrotto d'Italia. É l'ultimo baluardo di legalità. Adesso lui dichiara che i magistrati mandano in galera gli innocenti. L'ho sempre detto che Grillo era Berlusconi travestito. E quei piirla di grillini che mangerebbero anche le lumache con il guscio piuttosto che prendere le distanze dall'uomo più gnorante del mondo. Già perchè quando si é in una setta come si può avere una sola idea diversa dal guru?


CAMBIA PELLE

Grillo attacca le toghe: "Questa magistratura mi fa paura. Ho più processi io che Berlusconi"

Il leader dei Cinque Stelle con il voto alle porte teme le mani della giustizia e così si scopre garantista. Ma qualche tempo fa voleva tutti in carcere...

15/02/2013
Anche Grillo contro le toghe:
"Questa magistratura fa paura, 
ho più processi io che Berlusconi"
Beppe Grillo
Qual è il tuo stato d'animo?
5
112
Un tempo eragiustizialista. Ora invece ha cambiato idea. Magari si avvicinano le elezioni e Beppe Grillocomincia ad avere paura anche lui. Magari per i suoi. Le toghe quando agiscono non guradano in faccia nessuno. E così anche Beppe se la prende con i magistrati: "La legge protegge i delinquenti e manda in galera gli innocenti", afferma dal palco di Ivrea.  Un duro attacco alla magistratura da parte del comico genovese, che afferma: "Questa magistratura fa paura. Io che sono un comico ho più di ottanta processi e Berlusconi da presidente del Consiglio ne ha 22 in meno, e poi va in televisione a lamentarsi". Il leader del Movimento Cinque Stelle solo qualche tempo fa chiedeva il carcere immediato per il crack Parmalat e anche oggi per lo scandalo di Mps.
Grantista part-time -  Beppe ora si scopre garantista. Eppure per lui la presunzione di innocenza non è mai esistita. Dai suoi palchi ha sempre emesso condanne prima che finissero le istruttorie. Ma sull'attacco alle toghe, Grillo non sembra così lontano dal Cav. Anche se in passato, il leader Cinque Stelle non ha mai perso l'occasione per criticareBerlusconi e le sue idee su una riforma della magistratura. E sul record di processi Berlusconi, ospite di Sky Tg24, ha precisato: "Grillo non è informato. Io ho un record assoluto di 2700 udienze. I procedimenti contro di me più di cento, credo nessuno possa battere un record del genere".   

Io voto Ambrosoli. É ora di cambiare in Lombardia tra ladroni in casa nostra, corruzione, comunione e liberazione, Formigoni imperatore assoluto della Regione, Bossi che dopo 19 appartamenti in 19 anni di politica vorrebbe fare bis. Mandiamo a casa chi ha distrutto l'Italia.


Sei in: Il Fatto Quotidiano > Elezioni 2013 > Lombardia, Ambr...

Lombardia, Ambrosoli: “Voltastomaco per gli scandali. E’ ora di cambiare”

"Con Maroni è testa a testa", dice il candidato del Patto civico. E poi attacca il centrodestra su scandali e credibilità, parola d'ordine: "Via a politica dalla sanità lombarda", anche a costo di affidare la selezione delle figure-chiave fuori regione

Lombardia, Ambrosoli: “Voltastomaco per gli scandali. E’ ora di cambiare”
“Testa a testa col centrodestra. Ma quello che si legge sui giornali dà il voltastomaco”. Umberto Ambrosoli mette da parte la consueta temperanza e attacca a testa bassa i rivali dove sono più vulnerabili, legalità e credibilità. Il candidato del centrosinistra sta andando a Saronno, tra le roccaforti del leghismo scosse negli ultimi giorni dall’eco della vicenda Finmeccanica. Incredulo, legge di come il capogruppo della Lega al Pirellone, Stefano Galli, fosse riuscito a piazzare una consulenza da 196mila euro al genero, con la terza elementare, in qualità di “valutatore legislativo”. “E’ questa la continuità che propone il centrodestra”, attacca Ambrosoli.
“Anche se pubblicamente si riempiono la bocca di promesse sul merito, sulla trasparenza e sul buon governo stanno difendendo un blocco di potere che non ha alcuna intenzione di mollare la presa, a partire dalla sanità che è stato il bancomat del malaffare”. Non sarà facile togliere le mani della politica da Asl e ospedali, al punto che Ambrosoli vede una sola strada: una selezione fuori regione delle figure-chiave. Si vedrà, ma intanto mancano dieci giorni all’election-day e nei prossimi sette si gioca il tutto per tutto. Scatta la caccia all’ultimo indeciso: “Nessuna promessa choc. Chiedo a chiunque abbia a cuore il cambiamento di non rintanarsi in casa ma prendere parte alla mobilitazione per dare certezza della vittoria”.
Certezza di vittoria. Ha qualche sondaggio per le mani? Le analisi che abbiamo indicano un testa a testa, si decide davvero all’ultimo voto. Lo sanno anche i miei avversari che infatti si affanno a fare promesse irrealizzabili per portare a casa anche un vantaggio risicato. Io non faccio a annunci choc ma chiedo ai lombardi di non perdere l’occasione storica di cambiare strada.
C’è chi lamenta piazze semi deserte ai suoi comizi…Magari gli inviati di Libero, ma forse hanno sbagliato indirizzo. A Brescia abbiamo riempito piazza Duomo, a Mantova piazza Sordello era stracolma e a Pavia i carabinieri hanno fermato l’ingresso a teatro perché anche nel locale più grande non c’era posto per ospitare tutti.  Invito tutti a guardare le foto del nostro tour su internet per vedere quanta gente si è mobilitata intorno alla nostra proposta. In tempi di antipolitica è un bel segnale.
Pensa che gli scandali in Regione saranno determinanti nelle urne?Hanno minato la credibilità delle istituzioni e hanno avuto effetti diretti sui lombardi, penso che gli elettori avranno lo stesso voltastomaco che ho io a leggere i giornali in questi giorni. Ma quello che voglio sottolineare è che i denari immessi nel sistema per questioni fraudolente sono risorse sottratte ai cittadini e alle loro prestazioni. Sento Formigoni che tenta di sdrammatizzare e mi chiedo cosa ne penserebbero i suoi elettori se sapessero che il giro di tangenti ipotizzato dalle indagini sulla sanità vale 8 milioni di euro, l’equivalente di 121mila ticket sanitari. C’è poco da ridere. 
Andiamo al sodo, come realizza il suo slogan “fuori la politica dalla sanità”?Penso a un sistema totalmente nuovo che investa il cuore del problema, il modo in cui il centro-destra ha totalmente lottizzato la sanità piegandola alle logiche d’appartenenza. La nomina politica dei direttori generali di Asl e ospedali. E’ ora di cambiare le regole.
Con Ambrosoli chi li nominerà?Proporrò che sia una commissione di esperti estranei al sistema regionale lombardo a selezionare sulla base delle sole competenze il doppio dei candidati di ogni tornata di nomine. Gli organi politici potranno solo scegliere tra due nomi, così finalmente si libera la sanità dalle mani della politica per affidarla al merito e allo stesso tempo si riportano le responsabilità dell’operato in capo ai singoli direttori.
La vicenda Finmeccanica lambisce i vertici della Lega e investe il Varesotto: avrà ripercussioni sull’azienda?L’eredità del centro-destra rischia di penalizzare realtà industriali di prim’ordine, compresa Finmeccanica. Vedo però la propensione a buttarla in politica, additando toghe rosse e complotti. Questo non aiuta certo le imprese e il sistema industriale.
Alcuni candidati del centro sinistra che la sostengono girano con avvisi di garanzia in tasca. Non era meglio evitare?Ci siamo trovati a dover difendere non solo le persone al centro delle indagini ma anche la credibilità delle istituzioni. Due piani che non si possono confondere e per questo abbiamo deciso di offrire le massime garanzie possibili, ottenendo quello che in Italia non era mai stato fatto, cioè la garanzia dei candidati a dimettersi in caso di rinvio a giudizio.
Dopo gli endorsment dei montiani per lei, tocca ai cattolici di “Tempi” per Maroni. E’ sorpreso?Molto. Il direttore del settimanale Luigi Amicone cerca rassicurazioni di continuità sui temi più cari come la famiglia e la scuola nella Lega di Maroni, ma credo sbagli indirizzo. Non solo per i matrimoni celtici che sono colore, ma perché proprio il Carroccio si è fatto promotore di battaglie che dividono ed emarginano. Ricordate la scuola di Adro che voleva escludere dall’istruzione i bimbi per motivi economici?
La accusano di voler smantellare la scuola privata…Niente affatto. Ritengo che oggi dobbiamo tornare a parlare di famiglia e scuola in modo non ideologico ma realistico. La nostra linea è di garantire la possibilità di scelta tra istruzione pubblica e privata a chi oggi non può farlo. Per Lega e Pdl è un diritto intoccabile, ma riservato a chi ha un reddito alto. Sono due visioni alternative tra loro.
Quale priorità per la sua giunta? Il lavoro, la Lombardia deve ripartire di qui. Mentre ci raccontano che il 75% delle tasse dovrebbe restare qui il lavoro se ne andava: tra il 2007-2011 la disoccupazione ha registrato un più 3,3 per cento, Pil pro capite meno 4,7 per cento. Il mio programma punta a rilanciare l’intervento pubblico, con una politica regionale mirata su occupazione e impresa che faccia aumentare il tasso di occupazione dal 65 al 70 per cento, significa 300mila posti di lavoro in più. 
E chi il lavoro non lo trova?I morsi della crisi si sentono anche qui e per rispondere bisogna orientare il welfare diversamente. La Regione può fare la sua parte, introducendo ad esempio un “reddito di autonomia”  per dare una garanzia di sostentamento a chi ne è privo e aiutarlo a rientrare nel mondo del lavoro, una somma tra i 400 e i 450 euro.
Ma i soldi dove li troverà? Per lavoro e imprese le risorse ci sono, nascono spontanee dal tessuto economico ma si possono anche reperire con un fondo regionale per lo sviluppo capace di attirare la Banca Europea degli investimenti, Cassa Depositi e Prestiti, Regione Lombardia, altre realtà istituzionali, per sostenere il credito e le imprese. Sul versante infrastrutture, la chiave è la regionalizzazione del patto di stabilità con la restituzione di 800 milioni ai comuni per opere e servizi.
Chi sceglierà i suoi assessori, lei o i partiti che la supportano?Sono sostenuto da partiti e da una componente civica. Quando mi fanno questa domanda pensano di portarmi a indicare un scelta come fossero campi contrapposti. Dico che sceglierò gli assessori in base alle competenze, senza escluderli per la loro provenienza da uno o l’altro dei due mondi che con me si sono incontrati. Ma di nomi non ne faccio perché sarebbero subito esposti a critiche. In questo momento la garanzia sono io.

Che vergogna. Poi dichiara che se non ci fossero loro in Italia avremmo Alba giara come in Grecia. In verità loro sono Alba Scura. Scuri come il nero del partito fascista.


Politics

Il cdr della Rai di Torino accusa Grillo

La rappresentanza sindacale contro il comico: infierire verso un operatore che sta facendo il proprio lavoro ricorda pagine tristi della nostra storia. Ossia il fascismo.

redazione
sabato 16 febbraio 2013 14:18

La Rai non ci sta e si scaglia contro Grillo. Dopo che il comico genovese ha cacciato dal palco un cameramen durante il comizio di giovedì scorso in val Susa, Il Comitato di redazione Rai di Torino denuncia un'aggressione subita da un suo operatore. Il sindacato dei giornalisti Rai ''dopo avere assistito all'aggressione canzonatoria di Beppe Grillo a un operatore Rai, e all'illegittima scelta da parte dello stesso Grillo di allontanare dal palco di Susa un operatore Rai e altri fotografi e colleghi 'colpevoli' di riprendere una pubblica iniziativa di campagna elettorale, condanna il comportamento del Leader del Movimento 5 Stelle''.

''Per il servizio pubblico - sottolinea il Cdr - documentare le iniziative elettorali oltre a essere un diritto di informazione è anche un dovere. Infierire, da una posizione di forza, su un lavoratore impegnato nella propria mansione è un atteggiamento che si commenta da solo. Farlo in Val Susa, dove più volte è stata espressa intolleranza, con metodi a volte violenti, contro chi cerca di riportare, per diritto e dovere di cronaca, gli avvenimenti relativi al movimento No Tav può essere elettoralmente conveniente ma certo non è un buon servizio alla democrazia e al confronto civile''.

Il Cdr conclude esprimendo ''solidarietà al collega e preoccupazione per metodi e atteggiamenti che pretendono di essere nuovi , di cancellare il vecchio, ma che troppo ricordano pagine tristi della nostra storia recente. La Rai, per come la intendiamo noi, è di tutti: è un testimone, non un attore''.

Come sempre democratico. Che vergogna. e avesse fatto una cosa del genere Berlusconi l'avrebbero massacrato. Al Generale Comandante Giuseppe Pound è concesso tutto.


Grillo caccia dal palco operatore di Rai 3

Di reti la Rai ne ha tre: due le vendiamo, l'altra la svuotiamo da politici e pubblicita'

Susa (To) - Show di Grillo durante uno dei suoi comizi. Il comico si interrompe nel corso del suo discorso e si rivolge a un operatore chiedendogli per quale rete lavora. Dopo qualche battuta il cameraman dice di essere di Rai 3 e Grillo lo invita ad allontanarsi: "È pregato di uscire, per cortesia".

E' accaduto a Susa, sul palco del comizio che vedeva il leader M5s affrontare temi, tra gli altri, del calibro della Tav. Il leader del Movimento 5 Stelle, lamentando la confusione sul palco, ha avvicinato l’uomo e gli ha chiesto di identificarsi: "Chi è questo? Lei chi è? Uno che sta riprendendo per Rai 3? Cazzo, se ne vada”.

Beppe Grillo ha cacciato così dal comizio del Movimento 5 Stelle il cameraman di Rai 3.E ha poi continuato: "Di reti la Rai ne ha tre: ma poi perché devono essere tre? Due le mettiamo in vendita e ne teniamo solo una, senza politici e senza pubblicità. Questa è la riforma che faremo".

R.R.

Non aveva capito. Aveva messo il quoziente famigliare nel suo programma e non lo sapeva. Siamo messi proprio bene. Peggio dei grillini pavesi e vogheresi. Tutti De Gasperi. Tutti statisti. Che tristezza sapere che il nostro paese va nelle mani di questi incapaci.


Federico Pizzarotti non sapeva cosa metteva nel programma

14/02/2013 - Melius abundare quam deficere: inserito il quoziente Parma, di cui nessuno conosceva nulla

Federico Pizzarotti non sapeva cosa metteva nel programma
Annunci GoogleUDC - VALORE ALLE PERSONEPensioni eque, più risorse per sanità e istruzione. Vedi Come.VotoUdc.it/Udc
Ma Federico Pizzarotti sapeva cosa fosse il quoziente Parma? Se lo chiedono su Facebook dopo la pubblicazione di un filmato relativo all’intervento del sindaco a Cinque stelleall’assemblea del comitato famiglie. Nel 2009 l’allora giunta di centrodestra, come spiega Repubblica, stabilì un sistema per rimodulare le tariffe di accesso ai servizi comunali a seconda del numero di figli a carico della famiglia, della presenza di anziani, disabili o di minori in affido, presenza di uno o entrambi i genitori e situazione occupazionale, con un calcolo delle tariffe caso per caso. Il quoziente Parma si dimostrò non sostenibile ma fu presente nelle linee di programmatiche di mandato 2012-2017 dell’allora candidato Pizzarotti, il quale, davanti al comitato famiglie, ha spiegato che:
“io non avevo capito, io non avevo gli elementi per valutare, e penso tanti altri candidati, cosa il quoziente Parma fosse”
scatenando così delle proteste nella sala. Perché ricordiamoci che il quoziente Parma era presente nella proposta dei Cinque Stelle, come dimostrato dalle linee programmatiche di mandato 2012-2017. Ma ora è stato rimosso. A confermarlo l’assessore al welfare Laura Rossi.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...