venerdì 14 dicembre 2012

Che bella intervista. Anche questa senza alcun commento. Roba da pazzi. Ma che cosa è la democrazia per queste persone? Meno di niente. Ah,ah, ah......Ed io penso sempre a quei pirla di grilli i vogheresi quando affermavano che Rubiconto non era democratico perché non voleva rispettare il non statuto all'art. uno vale uno. Questi a regole democratiche sono rimasti all'uomo della pietra. meno male che questo è il nuovo che avanza e se fosse stato il vecchio?


5 Stelle, Bono: “La democrazia?
Quisquilie che ci danneggiano”

Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle

Il capogruppo in Piemonte: decidono Beppe e Casaleggio, è la regola
GIUSEPPE SALVAGGIULO
TORINO
Davide Bono, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Piemonte, che pensa della decisione su Favia e Salsi?  
«Decisione attesa: non solo giusta, ma necessaria. Anzi io avrei fatto molto prima». 

Dopo il fuori onda di Favia?  
«Era posticcio. Comunque anche prima. Favia, che rompeva le scatole a tutti, a settembre. Salsi subito dopo». 

Come rompeva Favia?  
«E’ un personaggio particolare: brigava, passava le giornate a parlar male: Grillo cattivo, Casaleggio cattivone... Gli stava antipatico». 

Espulso per antipatia?  
«Favia ha fatto di tutto per cacciare Casaleggio. E poi voleva far fuori anche Grillo. Voleva impadronirsi del movimento. Si è allargato un po’ troppo, no?». 

Chiedeva democrazia.  
«Voleva candidarsi in Parlamento. Altro che ideali e democrazia! Puttanate». 

E Federica Salsi?  
«Di punto in bianco ha mostrato un grande interesse a mettersi in mostra in tv attaccando Grillo e Casaleggio. Come impazzita di colpo». 

Cacciata per un talk show?  
«Contravveniva a una norma non scritta ma accettata. Io estenderei il divieto di andare nei talk show anche agli eletti, e per sempre». 

Dove si può discutere?  
«Non abbiamo congressi. Ci sono assemblee locali per mandare critiche a Grillo e Casaleggio, che sempre le hanno recepite». 

Vi basta?  
«Le regole sono chiare fin dall’inizio: c’è un collegio di garanzia composto da due persone: Grillo e Casaleggio. Se non lo accetti e vuoi fare altro sei fuori. Ci sono tanti partiti in cui puoi pensare di influire». 

Favia voleva influire qui.  
«Voleva un movimento in cui il ragazzetto più in vista comanda su tutto... non è giusto che comandi chi ha più visibilità». 

Grillo ha più visibilità.  
«Ma Grillo ha quarant’anni di storia, ha fondato il movimento! Non confondiamo. Lui e Casaleggio non sono segretari di partito. Sono i fondatori. Se uno decide di occuparsi di organizzazione, sbaglia. Fuori». 

E’ democratico?  
«Ah, siete molto attaccati a questa parola». 

Non è importante?  
«Ormai i media hanno svuotato le parole. La domanda non ha senso, non so che cosa vuol dire democratico oggi». 

Scelga lei una parola.  
«Metodo sperimentale: niente segretari, niente responsabilità organizzative degli eletti». 

E gli iscritti decidono?  
«Neanche loro, certo». 

Solo Grillo e Casaleggio.  
«Sì, ma non entrano nel merito delle persone, delle liste». 

Sulle espulsioni sì.  
«Quando uno va palesemente contro il movimento...». 

Decidono da soli.  
«Come tutti i collegi di garanzia dei partiti». 

Lì i garanti sono eletti.  
«Ma nel nostro movimento non sono mica due passanti, Grillo e Casaleggio!». 

Proprietari.  
«Sì». 

Come Berlusconi.  
«Paragone ingeneroso. Berlusconi è presidente e candidato premier, sceglie i candidati, tutto. Grillo e Casaleggio hanno un progetto, creano un contenitore, lo mettono a disposizione degli italiani e non vogliono vederlo distruggere da attacchi pretestuosi di quattro ragazzini». 

Nessun difetto?  
«Non è un metodo perfetto, ma c’è orizzontalità totale, piena autonomia degli eletti e due persone come garanti. Negli altri partiti non esiste la democrazia. Gli iscritti votano solo per cordate e c’è una struttura piramidale. Non è vero che i singoli contano. Il Pd è democratico? Vedi le primarie». 

Tre milioni di votanti.  
«E quindi?». 

Voi trentamila.  
«Non c’entra. Loro votavano il capo di una coalizione che non ha peso. Il nostro era un voto di persone iscritte on line». 

Qual era la base elettorale?  
«Credo 250 mila, ma molti non hanno mandato la carta d’identità. In piazza ne avremmo portati 3-4 milioni, ma non avevamo soldi né apparato». 

Altre cose da correggere?  
«Lo staff di Grillo: piccolo». 

Quanti sono?  
«Non so, una decina. Ci stiamo allargando, il nucleo organizzativo e il collegio di garanzia andranno aumentati, per esempio dagli eletti dopo i due mandati». 

E i soldi dei futuri gruppi parlamentari gestiti da Grillo?  
«Regola condivisibile, comunicativamente non è stato il massimo, si poteva discutere successivamente». 

Ma chi fa domande è fuori.  
«Siamo un po’ strani, lo so, ma non vedo problemi di democrazia. Noi deleghiamo coscientemente organizzazione e comunicazione a livello nazionale a Grillo e Casaleggio. Il movimento nasce nel blog di Grillo gestito da Casaleggio. Se te ne accorgi dopo, o sei tonto o hai fini personalistici. Stiamo cercando di scrivere la storia del Paese e vai a rompere le palle su quisquilie che ci danneggiano?». 

Quisquille?  
«Quisquilie. Siamo andati sempre bene, finora». 

Lo dice anche Berlusconi.  
«Ancora Berlusconi? E poi lui è solo, qui sono due...». 

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