sabato 1 dicembre 2012

Inizia oggi una analisi di come i sindacati della triplice siano i massimi responsabili della decadenza italiana. Una vera casta che campa alle nostre spalle. Con la CISL e la UIL che fanno la corsa a distruggere quel poco di amministrazione pubblica che ancora lavora, malgrado tutto, nell'interesse dei cittadini e dello Stato Italiano.

Nel 2007, mentre il governo cercava affannosamente di trovarle un compratore per salvarla dal fallimento ( ha perso 364 milioni in 365 giorni), Alitalia ha subito un'ondata di scioperi responsabili di mancati introiti per 111 milioni di euro. I suoi manager, che andrebbero tutti interdetti a vita dai pubblici uffici, hanno sempre rinunciato a fare il mestiere per il quale venivano profumatamente pagati. Girandosi regolarmente dall'altra parte ogni qualvolta venivano scavalcati dal dialogo diretto tra un sindacato sempre più arrogante e l'azionista politico, interessato solo al buon fine di qualche raccomandazione, ai collegamenti con il collegio elettorale e allo status simbol della tessera del Club Freccia Alata.
Alla fine del 2007 in Inghilterra i 4 mila e 800 tra piloti e hostess della Virgin Atlantic hanno indetto 48 ore di sciopero per protestare contro gli aumenti salariali offerti dalla compagnia, ritenuti troppo bassi. Il proprietario, l'eclettico multimiliardario Richard Branson, ha scritto loro una lettera: " Se pensate che i nostri stipendi pregiudichino il vostro tenore di vita, allora fareste bene a dimettermi e cercare un lavoro altrove". Negli stessi giorni in Italia, mentre Palazzo Chigi annunciava la decisione di avviare una trattativa in esclusiva tra Alitalia e Air France senza averla prima concordata con i tre big sindacali, il leader della CISL ringhiava: " neanche in Cina si fa così....... questa scelta costerà molto cara al governo".
Dopo aver fatto fallire l'asta per la vendita dell'Alitalia, obbligando il governo a inserire una serie tale di paletti da mettere in fuga tutti i potenziali acquirenti, il sindacato aveva infatti deciso di sponsorizzare Air One. Perché???????
C'è lo spiega Giavazzi sul Corriere della Sera del 13 dicembre 2007:" il monopolio ( la compagnia di Toto e l'Alitalia insieme deterrebbero il 90% del traffico sulla Roma-Milano) consentirebbe a Air One di incassare una buone rendita della quale i sindacati di steward e piloti saprebbero facilmente appropriarsi: basterebbe minacciare uno sciopero sulla tratta Linate-Fiumicino, che in assenza di alternative bloccherebbe l'Italia". È per questo che, quando il governo ha scelto di trattare con i francesi, i capetti dei sindacati di Alitalia sono arrivati a minacciare lo sciopero sotto Natale, con buona pace delle regole che lo dichiarano illegale.
Così come hanno distrutto l'Alitalia la CISL e la UIL, che hanno assistito alla distruzione della scuola statale pubblica durante la gestione Gelmini senza fiatare, oggi chiamano allo sciopero contro Profumo. E già Gelmini apparteneva ai loro partiti di riferimento, ex DC e socialisti craxiani, Profumo no. E in tutto questo la cosa divertente è che la Provincia Pavese si accorge solo oggi, insieme alla triplice sindacale che i soldi del ministero arrivano in ritardo. Ma dove guardavano gli uomini della casta sindacale quando il ministero amministrato dalla  Gelmini non ha dato alle scuole
dai tre ai sei miliardi di euro chiedendo di considerarli ormai persi? E dove guardavano questi privilegiati in esonero permanente quando ci é stato richiesto di radiare a conclusione dell'anno scolastico una parte delle somme già stanziate prima? Pensavano a come avere un numero maggiore di esoneri a carico del contribuente italiano e, facendo finta di tutelare i lavoratori, in verità tutelavano la seconda casta italiana dopo quella dei politici. Viva l'Italia.

venerdì 30 novembre 2012

Evviva la democrazia diretta. Tutto nelle mani di Grillo e Casaleggio. Uno vale uno? E che cosa è questo uno vale uno qualcosa che si mangia? Ma come decidono tutto il gatto e la volpe e poi hanno il coraggio di affermare che uno vale uno? E poi la rinuncia alla propria libertà firmando un documento nel quale, a mio modesto avviso, si autocertifica la propria incapacità di intendere e di volere. Ma come riesce una paersona a firmare una cosa del genere senza essere un pirla o una persona interessata solo alla poltrona. Non si sa quanti sono a votare. Non si sa chi conteggia i voti ottenuti da un candidato. In Unione Sovietica avveniva più o meno così. Ovviamente non c'era internet. Ma non c'era neanche Casaleggio e Peppe 'u curtu. Viva l'Italia.


Soldi dei gruppi parlamentari saranno gestiti da Grillo

Soldi dei gruppi parlamentari saranno gestiti da Grillo
La richiesta è perentoria e non lascia spazio a tentennamenti: «Accetta il seguente testo per abilitare la tua candidatura».
Questa schermata si sono visti recapitare online gli oltre 1600 potenziali candidati al Parlamento del Movimento Cinque Stelle. Per chi non avesse capito, viene ribadito con tono minaccioso: «Ti riporto questo testo ufficiale predisposto da uno studio legale che è necessario sottoscrivere». La lettera è stata anche pubblicata prima da Valentino Tavolazzi esponente del Movimento cinque stelle.
Cosa dice di così importante questa missiva vidimata da un avvocato? Semplice. Che i deputati eletti per il Movimento dovranno delegare a Beppe Grillo la gestione dei –cospicui –fondi pubblici che i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato riceveranno per la loro attività.
I deputati e i senatori, infatti, oltre ai loro stipendi, si vedono assegnati dalla Camera e dal Senato delle risorse per poter svolgere il loro lavoro: per il 2011 la somma totale elargita è stata di 72 milioni di euro. Non sono fondi assegnati al singolo parlamentare, ma appunto ai “gruppi ” costi – tuiti dai partiti. I regolamenti prevedono che queste risorse, calcolate in base al numero dei parlamentari, vengano gestite collegialmente per l’attività di studio e di ricerca, per la comunicazione istituzionale e politica, per le spese di segreteria e per pagare il personale assunto delegato a queste mansioni.
Ebbene, per questi soldi (considerando i sondaggi, gli oltre 100 parlamentari 5Stelle riceverebbero almeno 10 milioni di euro) Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno già dettato le loro regole. Viene spiegato in maniera chiara dai due capi del Movimento: «Il Regolamento della Camera dei Deputati e del Senato prevede che a ciascun gruppo parlamentare vengano assegnati dall ’Ufficio di Presidenza contributi da destinarsi agli scopi istituzionali riferiti all’attività parlamentare, nonché alle “funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili ». Quindi, prosegue il diktat, «la costituzione di due “gruppi di comunicazione ”, uno per la Camera e uno per il Senato, sarà definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri ».
Le finalità, dal loro punto di vista, sono duplici:«garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione», ma anche «evitare una dispersione delle risorse per ciò disponibili». Non solo: «Ogni gruppo avrà un coordinatore con il compito di relazionarsi con il sito nazionale del M5S e con il blog di Beppe Grillo». A cosa si riferiscono parlando di “fondi per un gruppo comunicazione”? Lo chiariscono poco dopo: «La concreta destinazione delle risorse del gruppo parlamentare ad una struttura di comunicazione a supporto delle attività di Camera e Senato su designazione di Beppe Grillo deve costituire oggetto di specifica previsione nello Statuto di cui lo stesso gruppo parlamentare dovrà dotarsi per il suo funzionamento». Ciò significa che si fa riferimento a tutte le risorse destinate ai gruppi.
Non si scappa: «È necessaria – si conclude la lettera – l’assunzione di un esplicito e specifico impegno in tal senso da parte di ciascun singolo candidato del M5S al Parlamento prima delle votazioni per le liste elettorali con l’adesione formale a questo documento». Il tutto in barba alla libertà dei parlamentari che rappresentano tutti noi cittadini. La questione non è solo economica o tecnica. È anche politica e democratica.
Sul punto il regolamento della Camera è monto chiaro: «Ciascun Gruppo, nella prima riunione, nomina il presidente, uno o più vicepresidenti e un comitato direttivo». I parlamentari hanno vincolo di mandato e il diritto di autogestire queste risorse. Deve essere nominato anche un tesoriere che annualmente presenta un bilancio da far approvare ai membri del gruppo. Tale bilancio, infine, deve avvalersi di «una società di revisione legale, selezionata dall’Ufficio di Presidenza [...] che verifica nel corso dell’esercizio la regolare tenuta della contabilità ”. Come possono pensare Grillo e Casaleggio di gestire questi fondi a loro totale discrezione, per di più essendo entrambi fuori dal Parlamento? Già le regole imposte per le candidature hanno tagliato fuori i militanti più meritevoli: potranno correre solo coloro che si sono candidati in precedenza per il 5Stelle e non sono stati eletti. Inoltre, le primarie online che dovranno scremare la rosa dei “papabili ” per ora sono avvolte dal mistero: non si sa quanti sono gli iscritti al movimento e quindi quanti potranno dire la loro.
Ora arriva anche la regola capestro sulla cessione dei fondi. Molti candidabili hanno subito questa comunicazione come una doccia fredda e coloro che già nutrivano dubbi sulla gestione del movimento da parte del suo “capo politico ” sono in dubbio se prestarsi a questa operazione. A denunciare questa Opa di Grillo sui “suoi”parlamentari è stato anche Valentino Tavolazzi, esponente del Movimento poi espulso da Grillo in persona. Ma la comunicazione dei 5Stelle passa unicamente da beppegrillo.it e il “blogger ” non si sogna neanche di rispondere alle critiche. Per ora si riduce solo a questo la tanta sbandierata “democrazia diretta”.

domenica 25 novembre 2012

Poi quando lo attaccano inizia a fare la vittima. Lui che ha il monopolio dell'informazione nella rete della setta a cinque stelle. Lui tiene lezioni di democrazia. Lui che si è fatto scrivere le citazioni di autori che manco conosce o che Casaleggio ha raccolto scartocciando tutti i baci perugina dell'universo. Ma come si può, dopo 15 anni di Berlusconi, votare uno così.


Grillo attacca le primarie: “Una nave di folli, è solo bromuro sociale”

Duro affondo del leader del Movimento 5 Stelle, che definisce la consultazione del centrosinistra "una rappresentazione senza contenuti, un’auto celebrazione di comparse, un grottesco viaggio nella pazzia", citando Brant e Foucault. Per Grillo la nostra è una "democrazia che vive di effetti speciali, con le carte truccate"

Grillo attacca le primarie: “Una nave di folli, è solo bromuro sociale”
Nel giorno delle primarie del centrosinistra non manca il pungente attacco di Beppe Grillo. Per il leader del Movimento 5 Stelle le “secondarie, terziarie, nullarie del pdmenoelle di questa domenica di novembre” saranno ricordate “come l’ennesimo giorno dei morti della Seconda Repubblica”. Nel post che campeggia in apertura del suo blog, Grillo cita la “Nave dei folli” di Sebastian Brant: “Perché si vede sorgere d’un tratto la sagoma della nave dei folli, e il suo equipaggio insensato che invade i paesaggi più familiari? Perché, dalla vecchia alleanza dell’acqua con la follia, è nata un giorno, e proprio quel giorno, questa barca?”.
Il comico genovese definisce le primarie “una rappresentazione senza contenuti, un’auto celebrazione di comparse. Un grottesco viaggio nella pazzia“.“Le primarie dei folli – continua Grillo – sono un bromuro sociale, un calmante, servono a dare al popolo l’illusione di decidere, a pagamento (partecipare costa due euro), il premier che salverà l’Italia dal baratro. Chiunque diventi premier per una notte, conterà come un soldo bucato. Il presidente della Repubblica può nominare chi crede. Costui, con un programma e una lista dei ministri, si presenta alle Camere per la fiducia. Se la ottiene diventa presidente del Consiglio. Ma, come in una Grande Follia Democratica, il posto è già occupato da Rigor Montis, implicitamente rinominato da Napolitano e invocato dai partiti per poter continuare la loro assurda recita”.
Secondo Grillo “in Italia non esiste premierato” e “non esiste di conseguenza neppure il candidato premier”. Le primarie sono “una buffonata, promossa dalla grancassa mediatica” e la nostra è una democrazia “che vive di effetti speciali, con le carte truccate dove il banco vince sempre e perdono immancabilmente i cittadini”.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...